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ANNA MAURI

La bussola interna

Sempre più spesso siamo alla ricerca di amuleti, portafortuna, qualcosa che possa attirare eventi positivi nella nostra vita. Sarebbe bello avere una bacchetta magica da poter piazzare dove serve, un tocco qui e uno lì, sistemo questo difettuccio, smusso questo lato del carattere e così via.

A chi non piacerebbe che, come per incanto, quel problemino che ci perseguita da così tanto tempo, svanisse così, quasi per incanto? Non abbiamo la bacchetta magica, purtroppo, anche se la new age americana ci ha provato, creando soluzioni facili che fanno leva sulle nostre paure. Ha creato tante soluzioni su misura che, pagando, possono risolvere ogni tipo di problema: dal mudra da ripetere per darsi forza, all’amuleto che, utilizzato sapientemente, porta con sé gioia e serenità, fino ad arrivare al “pensiero positivo” che, da solo, risolve tutto.

Illusioni, pure e semplici pericolosissime illusioni, perché chi è più fragile o sta vivendo un periodo particolare della propria vita, finisce per comprare un futuro che non c’è.

E ci si allontana sempre di più dal nostro sentire, dal Cuore.

Abbiamo smesso di ascoltare la nostra voce interiore, la nostra BUSSOLA.

Infatti ognuno di noi ha una sua “bacchetta magica”. La troviamo guardandoci dentro, cercando, cercando e ancora cercando. Non è facile essere umani. Ci hanno dato così tante informazioni! Magari non tutte erano buone, ma sono entrate lo stesso ed ora fanno parte del nostro bagaglio ed è difficile districarsi in questo guazzabuglio, è difficile trovare la nostra BUSSOLA, quella che ci può indicare la direzione. E allora dobbiamo ricominciare ad ascoltarci, ad aprire il canale di comunicazione più vero ed utile, quello con noi stessi, solo così potremo capire ciò che è meglio, ciò che ci fa stare bene. Abbiamo smesso di ascoltare la nostra voce interiore per riempirci delle voci di altri che, tutte insieme, diventano un grido assordante; la voce di un mondo che ci vuole inseriti in uno schema ben preciso: ridiamo piano, rimaniamo negli schemi, controlliamo ogni impulso.

Abbiamo permesso che altri scegliessero persino il tono della nostra risata, quando piangere e dove.

Al di là del ruolo che rivestiamo nella società e della maschera che indossiamo, ricordiamoci sempre che abbiamo anche del tempo per noi, il nostro TEMPO LIBERO e possiamo usare questo tempo prezioso per aprirci.

Aprirsi potrebbe schiudere una finestra su un altro angolo di mondo. Potremmo, per esempio, scoprire che quel problema, si, proprio quello, quello che ci vergognavamo a raccontare persino a noi stessi, quel problema così “mostruoso” ai nostri occhi, ebbene, quel problema ce l’hanno altri sei miliardi di persone. Come possiamo allora temere il giudizio nel momento in cui ci accorgiamo che tutti vivono le stesse paure, e che tutti aneliamo alla stessa felicità?

Ci vergogniamo delle stesse cose, e nascondiamo le stesse paure sotto abiti diversi. L’essere umano è l’unica creatura che si vergogna di essere ciò che è. Una rosa non vorrebbe essere una farfalla, ma l’uomo si, vuole sempre essere qualcun altro, mentre quel qualcun altro, nel frattempo, vorrebbe essere noi. E allora, qui, possiamo buttare le barriere, togliere la maschera, far ballare la nostra anima e il nostro Cuore.

Questo è Yoga. Questa è Meditazione.

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